Uno dei giardini più antichi e affascinanti di Venezia è custodito nel sestiere di Cannaregio, all’interno del seicentesco Palazzo Rizzo Patarol che oggi ospita L’NH Collection Grand Hotel Palazzo dei Dogi.
Fin dal Cinquecento quest’area era occupata da numerosi orti, come succedeva nelle zone periferiche della città e come si può tutt’ora rilevare dal nome della Fondamenta “Madonna dell’Orto”.
La necessità di coltivare collezioni di specie botaniche rare dagli usi diversi era dettata dal bisogno di curare malattie ed epidemie oltre che di preparare dei veleni da utlizzare durante le guerre contro gli invasori, primi fra tutti i Turchi.
Agli inizi del Settecento Lorenzo Patarol, noto collezionista e autore di un prezioso Erbario in tre volumi conservato presso il Museo di Storia Naturale, inspirandosi alla classificazione del botanico francese Turnefort, decise di ricavarne un giardino botanico che divenne un luogo di grandesuggestione, in cui piante “alofile”, ovvero che vivono in ambiente salmastro come quello della laguna veneta, si mescolavano a cespugli di rose bianche e a rari gigli, accanto a serre che offrivano riparo a preziose collezioni di profumati aranci e gelsomini.
Il nipote Francesco Rizzo Patarol proseguì in questo indirizzo scientifico, riordinando il giardino secondo il nuovo sistema di Linneo. Lo arricchì di piante a tal punto da portarlo a circa seicento fra alberi ed arbusti d’aria libera, quasi tutti esotici, nuovi e rari, circa cent’ottanta specie di rose tra le più distinte, parecchie delle quali sono sconosciute nei giardini d’Italia e forse in molti altri del Continente con una collezione assai bizzarra molto estesa nel suo genere di piante e folgie variegate, molte piante del Capo e della Nuova Olanda, oltre a molte altre perenni e bulbifere sia di piena terra che di vaso.
Citato da storici, botanici e speziali e considerato addirittura una delle singolarità veneziane da indicarsi ai forestieri, questo spazio verde era così bello e particolare da meritare nel 1815 la visita dell’Imperatore austriaco Francesco I.
Nel 1833 subentrò come proprietario il nobile Giovanni Correr che trasformò profondamente il giardino in omaggio alla moda romantica imperante: la collezione botanica venne mantenuta solo in una piccola parte nei pressi della loggia. La zona centrale venne occupata da un boschetto attraversato da sentieri che si snodavano fra ruderi e rocce; a ridosso del muro di cinta, bordato da un’elegante merlatura, trovarono posto la ghiacciaia ed il ponticello.
Oggi una visita a questo spazio incastonato fra terra e acqua, in cui si respira ancora il profumo dell’antico giardino botanico, è un’occasione unica per leggere l’evoluzione del verde di palazzo veneziano.
Grazie alla collaborazione con Il Wigwam Club Giardini Storici Venezia e allo studio su documenti di archivio, tra cui lo stesso Erbario di Lorenzo Patarol, è stato possibile scoprire le piante anticamente presenti ed ispirarsi a queste per arricchire il giardino dell’NH Collection Grand Hotel Palazzo dei Dogi con collezioni botaniche di rose, bulbose, gigli, camelie, ortensie e viburni che ne richiamano la storia. Un giardino ricco di storia e di passione, ancora capace di comunicare atmosfere fascinose e magiche.